Don Chisciotte
Sancio Panza

Nell'immaginario collettivo la figura del cavaliere don Chisciotte, legata a filo doppio a quella del suo scudiero Sancio Panza, è quella di un visionario che, esaltato dalle storie fantastiche narrate nei libri della sua biblioteca, va in cerca d'avventure e combatte contro i mulini a vento convinto di affrontare dei giganti. Il Cavaliere dalla Triste Figura è l'uomo al quale la fuga in un mondo immaginario serve quasi da risarcimento alle frustrazioni inflitte dalla vita quotidiana. Il sogno dell'avventura straordinaria sembra ripiegare nella piattezza della ferialità. Don Chisciotte sogna l'avventura, aspira ad inscrivere la propria vicenda umana nell'albo d'oro che contiene quelle dei grandi cavalieri. Prova, però, il bisogno di ancorarsi, in qualche modo, alla realtà e si riflette, benché antiteticamente, nella figura del suo scudiero Sancio, sua "invenzione". I sogni dell'avventura e dell'amore, totali l'uno e l'altro, sono destinati alla negazione, alla caduta. Un grande amore può essere solo sognato, una grande avventura può rivelarsi come lo scherzo giocato a un animo credulo. Rassegnarsi: è solo questo che resta da fare? Calandra vede un don Chisciotte umanissimo capace di riscattare orgogliosamente la propria sconfitta e di proporsi per quello che è e rimane: una presenza emblematica, una figura ambivalente che afferma orgogliosamente la sua qualità e la sua grandezza di "personaggio". Al fascino della storia narrata, slegata da un tempo e da un ambiente storico rigidamente determinati, contribuisce l'invenzione scenografica semplice e funzionale e l'intrigante gioco scenico in cui ogni elemento, valido in sé, con tutti gli altri armoniosamente si fonde. 

Compagnia Calandra

di Tuglie (LE)

GLI ATTORI
  • Federico Della Ducata
  • Giovanni Serini
  • Anna Rita Vizzi
  • Benedetta Fedele
  • Piero Schirinzi
  • REGIA : Giuseppe Miggiano